Raggi di Sole,
oggi nella mia cucina – prima degli antichi dolcetti di pasta di mandorle, tipici della tradizione siciliana – trovate un ospite illustre: Luigi Pirandello.
🟠Ho infatti aderito con curiosità e gioia all’idea di AIFB: “Cibo e personaggi famosi” è un’indagine storica sulle orme del gusto!
Mi è molto piaciuto mettermi sulle tracce di Pirandello, esplorare vecchi usi alimentari e rispolverare qualche sua straordinaria lezione umana e narrativa…
Luigi Pirandello nacque ad Agrigento il 28 giugno 1867 e morì nel 1930 a Roma, fu un drammaturgo, scrittore e poeta italiano.
Cibo e tavola sono parte del mondo pirandelliano, li ritroviamo in molte sue pagine in quanto caratterizzano ambienti, situazioni e personaggi, ma sono anche una forma di linguaggio del realismo pirandelliano: molti cibi sono scena di vita, altri sono metafora, altri sono immagini e odori della sua terra. Espressioni sempre forti e intense, perfette per caratterizzare i contesti o per simboleggiare grandi concetti.
Tramite un suo uso retorico del linguaggio alimentare, Pirandello trasforma l’odore degli agrumi siciliani, le Lumie, frutti della sua terra, nell’immagine nostalgica di un passato lontano.
Numerosi i riferimenti al cibo nelle Novelle pirandelliane.
In occasioni di pranzi importanti e conviviali, come il banchetto nell’ opera “I giganti della montagna”, o negli ambienti umili di contadini e pescatori, con cibi poveri come le minestre di macco di fave o di lenticchie e il pane nero.
Nella commedia “L’Uomo, la bestia e la virtù” è l’intreccio della scena ruota intorno alla preparazione di un pasticcino di crema, riempito di un ingrediente afrodisiaco, da servire al momento del dessert.
Nella novella “La Fede”, l’odore del pane caldo fatto in casa che si diffonde nella stanza pervade il protagonista di un senso di pace e di spiritualità.
Il guscio delle uova è narrato nei romanzi di Pirandello con una riflessione profonda dentro l’uovo è racchiusa l’esistenza dell’essere umano, fatta di emozioni, sentimenti, modi di vivere. Quando questo uovo viene bevuto, facendo un piccolo foro sulla sua superficie, non rimane che un guscio intero ma vuoto e insignificante, che può rimanere pura esteriorità, essere schiacciato tra le mani o gettato via…
Uomo e autore di una Sicilia a cavallo tra l’800 e il ‘900, la sua analisi metteva in luce una cucina povera in grado di valorizzare ciò che era offerto dalla natura e trasformato dall’umano ingegno.
Ai suoi tempi si consumavano principalmente minestre di verdure, zuppe di legumi, brodo di ossa, polenta, pasta e fagioli con cavoli, stracciatella in brodo, riso e patate; sicuramente poca carne o pesce, più facilmente piatti a base di uova come la frittata.
Del resto vi era un radicato ancoraggio alla territorialità ovvero appunto a ciò che era tipico delle terre di Sicilia e al quale Pirandello era sentimentalmente e culturalmente legato.
Questo piccolo viaggio nel pensiero e nelle opere pirandelliani mi ha ispirato la ricetta della PASTA DI MANDORLE… proprio con le mandorle a lui care, quelle della splendida Valle dei Templi.
Pasta di mandorle ovvero dolcetti a base di farina di mandorle: la ricetta tradizionale prevede l’utilizzo dell’aroma mandorla, che io ho sostituito con la buccia di arancia grattugiata e, come zucchero a velo, ho utilizzato quello di canna.










Pasta di mandorle
Equipment
- Ciotola
- Coltello
- sac a poche
- Carta da forno
- teglia da forno
Ingredienti
Ingredienti preparazione pasta di mandorle
- 500 gr farina di mandorle
- 250 gr zucchero a velo di canna
- 4 albumi uovo
- 1 arancia
Ingredienti per decorazione
- q.b. ciliegie
- q.b. mandorle tostate
- q.b. zucchero a velo
Istruzioni
- Disponete gli ingredienti sul piano da lavoro.
- Montate a neve gli albumi, aggiungete la farina di mandorle, la buccia grattugiata di arancia e lo zucchero di canna.Lavorate il tutto, fino ad ottenere un impasto morbido, fate riposare in frigo per un'ora.
- Preparate gli ingredienti per la decorazione.
- Trascorso il tempo, versate il composto in una sac à poche con la bocchetta a stella grande e formate delle roselline, quindi decorate con una ciliegina candita econ una mandorla.Posizionate le paste di mandorle su una teglia rivestita di carta da forno. Riponete in frigo per trenta minuti.
- Poi cuocete i biscotti in forno preriscaldato a 180° C per dieci minuti, la cottura dei biscotti deve risultare molto chiara in modo che siano morbidi dentro e croccanti fuori, fate raffreddare.
- Cospargete di zucchero a velo…e gustate, magari accomodati in poltrona immersi nella lettura di Pirandello!
Che bello questo articolo Sabry, e le paste di mandorla sono meravigliose.
Grazie Micaela! Belle e buone, davvero.